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Vino in BAG IN BOX. In quali paesi?

(Dicembre 2014)

BAG IN BOX in quali Paesi? 

In Francia interessa il 30% delle vendite

Oltre il 30% del vino venduto nella grande distribuzione in Francia è confezionato in bag in box. In Francia, sottolineo, non in un paese neo consumatore o neo produttore qualunque. In Francia, dove si fanno bottiglie da sogno che costano centinaia, a volte migliaia di euro.

Ebbene sì, in Francia chi fa vino e chi lo beve non è mica schizzinoso, non si maschera dietro a sedicenti tradizioni: il vino nel bag in box è pratico, e va molto bene.

Il dato l’ho letto su WineNews, che riporta i risultati di un’indagine di FranceAgriMer: il 30,8% del vino venduto è in bag in box. Del resto, basta andare in un qualunque shop piccolo o grande francese per capire che là il vino in bag in box va alla grande: lunghi scaffali enoici mostrano su un lato le scatole vinose, in ampia gamma di tipologie e di prezzo, e sull’altro le bottiglie di vetro.

E noi italiani quando ci svegliamo? Eh, no! Noi italiani siamo più avanti? Forse mettiamo lacci e lacciuoli ai produttori, scriviamo disciplinari restrittivi, pubblichiamo decreti roboanti, e così il vino facciamo fatica a farlo apprezzare e magari poi lo declassiamo e lo svendiamo nei supermarket!                

                  

BIB – In Europa

Non sono solo gli scandinavi ad amare questo tipo di packaging. Anche in altri Paesi si stanno registrando tassi di crescita sorprendenti. Anche nel settore Horeca.

Non per merito dell’ appeal, ma il bag-in-box sta conquistando sempre più mercati, anche quelli che siamo abituati a pensare come tradizionali. Il vino racchiuso in sacche di alluminio ricoperte da cartone sta ottenendo infatti molti consensi, forse persino inaspettati, per molteplici fattori.

Lo dimostra anche un’analisi condotta da FranceAgrimer, braccio statistico del ministero dell’Agricoltura francese, su dati delle vendite al dettaglio fino al 2014. Nei principali Paesi amanti del vino si evidenzia un sensibile incremento dei fatturati legati a questa tipologia di confezioni che piacciono non solo ai consumatori finali, per un motivo di risparmio economico, ma anche al settore horeca, visto il cambiamento nei consumi, soprattutto in un’Europa in crisi da anni, che porta sempre più a una richiesta di vini al calice, o in caraffa, invece che da bottiglia.

Tra i dati emersi dallo studio, il bag-in-box ha mostrato tassi di crescita notevoli in Paesi come la Francia, il Belgio e la Danimarca, arrivando a quote di mercato rispettivamente del 36%, 32% e 41% sul totale vendite di vini. Cifre assai interessanti, a scapito delle bottiglie in vetro, che negli stessi anni invece vedono decrescere la propria quota.

                               

Nel Regno Unito

Un caso a sé è il Regno Unito, che resta prevalentemente orientato alle bottiglie da 0,75 litri (89,7%), mentre il vino sfuso in Bag in Box è relegato a un 8,3% delle vendite.

                                      

Nel resto del mondo

In controtendenza rispetto a questa crescita del BIB, si registra in particolare in ’Australia, dove in passato aveva raggiunto il 70% del mercato, mentre oggi è al 33%, un’erosione avvenuta per lo più a vantaggio della classica bottiglia in vetro, che nel 2013 ha raggiunto il 66% di vendite.